Oggi abbiamo percorso 400 km da Urmia a Sanandaj. Ci siamo fermati più volte. Coco mi fa scendere a “pascolare” ogni tanto ma non riusciamo mai a restare soli. Si avvicinano uomini donne e bambini per chiederci di tutto. Ormai “comprendo” benissimo il Farsi e rispondo “Italiana” o “Italia”.
Inglese? Pochissimo. Gesti? Tantissimi! E poi sorrisi, abbracci, foto con figli e nonna al seguito.
La guest star?
Non io e men che meno Coco…ma la moto!
Poi certo anche noi veniamo immortalati, penso di essere presente nelle foto di almeno 400 persone da quando abbiamo messo piede in Iran.
Le donne mi guardano stupite e mi sorridono. In un bagno alla turca per strada una di loro mi ha detto di togliere tutto in quanto era impossibile entrare in quel bugigattolo con il velo, la palandrana e anche i pantaloni tecnici.
Ma la cosa ancora più stupefacente è che ci accompagnano ovunque.. se dobbiamo trovare la banca, l’hotel o un posto per mangiare.
E oggi addirittura a Bukan non solo c’è stato chi ci ha accompagnato in un posto iraniano per mangiare un kebab ma il proprietario non ha voluto nemmeno che pagassimo il pranzo.
E come ogni volta ripartiamo fra abbracci e saluti.
Ed ancora a Sanandaj, usciti dall’hotel per cenare, abbiamo incontratoBahram Fayazian che ci ha accompagnato in un ristorante iraniano, ci ha fatto compagnia raccontandoci di lui e….ci ha offerto la cena non tenendo conto delle nostre insistenze.
Questo a riprova che viviamo di stereotipi stupidi…
In realtà il mondo è così simile, e spesso in tanti paesi ho avuto la riprova che la gentilezza e la cortesia gratuita verso lo straniero sono comportamenti che fanno parte di una quotidianità che spesso in Italia non sentiamo neanche con i nostri stessi connazionali…