A proposito di cibo…

Come avrete oramai capito, in Iran l’ospite è sacro, si considera “Habib-e Khoda” (amato da Dio) ed è il benvenuto. Tutti i nostri nuovi amici, da Samir a Bahram, ci hanno messo completamente a nostro agio offrendoci cibo dopo averci fatto accomodare su tappeti che coprivano tutta la stanza o sui takht, divani bassi di legno, anch’essi ricoperti di tappeti.
La gastronomia iraniana è antichissima, 2500 anni di prestigiose tradizioni che vengono trasmesse da madre in figlia.

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Fino ad oggi, tutti i nostri pasti sono stati accompagnati da nun (pane) o chelo (riso). Il nun costa poco e di solito è fresco. Ci è piaciuto tantissimo il taftun, croccante e scanalato in superficie, che si porta in mano, sotto le ascelle, senza copertura, così come ti viene venduto. E’ così buono che ogni volta lo mangiamo in strada ancor prima di arrivare alla moto.

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Il chelo è, invece, riso bollito o cotto al vapore, piatto base dei pasti iraniani, servito in porzioni abbondanti e accompagnato da vari sughi o come guarnizione del Kebab.
I sughi o le salse non sono mai pesanti e l’uso delle spezie è molto sapiente e raffinato perché i profumi non coprono mai il sapore degli ingredienti principali. Le salse non sono mai piccanti, forti o aggressive. A volte si aggiunge una goccia di acqua di rose o di succo di melograno. Sono salse coloratissime: rosse se hanno una base di pomodoro, verdi se a base di erbe o verdure, giallo splendente se cucinate con lo zafferano.
Ci spiegavano che abbinare le spezie è un’arte nella cucina iraniana e bisogna sempre unire un ingrediente caldo con uno freddo per garantire il massimo equilibrio del corpo.
Mangiamo spesso il Kebab che qui di solito è di carne macinata unita a cipolla e servito con il pane e le verdure, il Mazè composto da sabzi ,verdure fresche e erbe aromatiche, il Mast ovvero yogurt condito con varie verdure ed il Torshi’, verdure sotto sale e/o aceto.
Infine si finisce sempre con il chay (il tè) che di solito viene servito con una coppetta di ghand (pezzi di zucchero).

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Infatti, secondo le leggi iraniane dell’ospitalità è doveroso offrire almeno una tazza di tè prima di iniziare un qualsiasi discorso… nel nostro caso persino prima di un giro in moto!!

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