Non viaggiamo solo per il commercio
Da venti più caldi sono infiammati i nostri cuori ardenti
Per la bramosia di conoscere ciò
che non dovrebbe essere conosciuto
percorriamo la Strada Dorata che porta
a Samarcanda
(E. Flecker)
La magia di Samarcanda, la sua gloria e la sua risonanza leggendaria si percepiscono ancora, purtroppo a differenza di Khiva, solo nei luoghi salvati e restaurati. Bellissima la Piazza del Registan, bellissime le moschee e il mausoleo di Tamerlano, emozionante attraversare lo Shah-i-Zinda, il luogo più sacro di Samarcanda, il cui nome significa “Tomba del Dio vivente”.
Ma a dire il vero, sono stata particolarmente colpita dalla leggenda che viene raccontata per spiegare la costruzione della Moschea di Bibi-Khanym, moglie di Tamerlano. Questa donna ordinò la costruzione della moschea mentre il marito era assente. Voleva fargli una sorpresa. L’architetto si innamorò perdutamente di lei e rifiutò di finire il lavoro se non riceveva almeno un bacio. Bibi acconsentì a baciarlo ma questo bacio lasciò un segno indelebile sul suo volto.
Quando Tamerlano lo vide, fece giustiziare l’architetto e impose alle donne il velo perché non fossero tentate da altri uomini. Un uomo così potente, e pare così intelligente, pensò che nascondere il volto e il corpo potesse conservare l’amore e garantire la fedeltà. A dispetto del suo “tradimento”, però, Tamerlano doveva amare molto questa donna per dedicarle un mausoleo e dare il nome alla moschea che era stata costruita per lui.
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