CUSCO

Cusco
Durante il viaggio da Puno a Cusco, partiti da un’altitudine di 3.827 metri, abbiamo affrontato tutte le variazioni climatiche, tranne il caldo. Abbiamo avuto freddo, abbiamo trovato la neve a 4.500 metri, abbiamo assaporato la dolcezza della pioggia e la spigolosità della grandine. L’arrivo a Cusco, però, è stato accompagnato dal sole che è stato certamente il benvenuto. Certo sia noi che la moto eravamo bagnati e sporchi di fango, anche perché per strada abbiamo ammirato due siti archeologici importanti a cui si accede mediante strade sterrate che con la pioggia si trasformano in una fangaia. Spaventosamente difficile è stato trovare l’hotel che sorge in una strada del centro storico interdetta alle auto. Il navigatore, estremamente sollecito, ci ha portati prima in una strada senza uscita e poi, dopo una salita a più di 45 gradi, in una strada che finiva in una scalinata. Non c’era che da chiedere aiuto. Chi meglio della polizia turistica? Erano fermi nella stradina su un pick up e si sono offerti di accompagnarci facendoci strada. “Tutto bene” – direte voi – se non fosse che i due non hanno considerato che la nostra povera “motina”, carica e con noi sopra, una salita di almeno duecento metri con ciottolato grossolano con imbocco in altra salita praticamente perpendicolare con voragine al centro, non avrebbe potuto superarla: così siamo caduti. Per farla breve, la moto è stata spinta da cinque persone, poliziotto compreso, e solo così è arrivata in cima alla strada, mentre anche lo stesso pick up dei poliziotti ha avuto seri problemi e non era né carico né con due ruote. In cima si… ma senza più frizione, abbiamo raggiunto l’hotel. Un disastro insomma, compensato dal trovarsi in una città bellissima, con un centro spettacolare e tutta una zona costruita su un ripido pendio con stretti passaggi. La sera tutto si illumina facendo diventare Cusco un grandioso presepe.
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