Valparaiso – 22 luglio 2018
Aspettando la nostra moto, siamo partiti da Santiago in autobus alla volta di Valparaiso. Non potevamo non vedere questa città che è stata una piacevole scoperta. Avevo conosciuto il suo nome dai racconti di Isabel Allende ma davvero la realtà ha superato la fantasia. Ogni angolo, ogni casa, ogni muro è uno scorcio da fotografare. Il modo migliore di conoscerla è “perdersi” tra le case colorate, ricoperte da lamiere e spesso abbellite da murales presenti anche in ogni angolo, in ogni spazio della città e i cui soggetti sono spesso le minoranze etniche e indigene del Cile. Da due giorni bighelloniamo a piedi per i Cerro Concepcion e Alegre, mentre oggi ci siamo spinti fino al cerro Bellavista, che ospita La Sebastiana, una delle meravigliose case del poeta e premio Nobel Pablo Neruda. Certo abbiamo faticato non poco, perché, soprattutto il primo giorno, abbiamo affrontato le salite a piedi. Essendo costruita su ripidi colli, gli abitanti di Valparaiso hanno realizzato negli anni delle funicolari private per collegare la parte bassa a quella alta della città. Oggi sono dei veri e propri mezzi pubblici, aperti sino alle 23,00 e dal costo di 100 pesos a viaggio.
Così, oggi, abbiamo utilizzato l’ascensore per arrivare nel bel Paseo Jugoslavo e ammirare il palazzo Baburizza per poi spostarci liberamente verso Pasaje Fisher e ammirare la scalinata e i graffiti che ricordano la storia del Cile fino ad arrivare al paseo Dimalow e iniziare a sentire, dopo queste grandi camminate, i morsi della fame.
A proposito di cibo, in due giorni abbiamo assaggiato di tutto. Oggi, ad esempio, siamo entrati in un delizioso ristorantino “Casa Alegre” dove abbiamo trovato Maria Chiara Mottarella, una simpatica ragazza italiana che ci ha fatto assaggiare dei piatti tipici cileni, il chupe mariscos e il cevice de corvina, e dove il proprietario prepara ottimi pisco sour, una ineguagliabile delizia per iniziare il pasto nel migliore dei modi possibili. Con le sue case in legno e mattoni, rivestite da lamiera, Valparaiso alla fine lascia il segno e una serie di aggettivi: vibrante, colorata, un po’ beat, giovane, ardita ma affascinante e sicuramente fuori dagli schemi.
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